sabato 10 aprile 2010

Stefano E. D'Anna " La scuola degli Dei "

"L'umanità può rinnovarsi, può rigenerarsi, rinascere...può riacquisire la volontà sepolta. Non c'è bisogno di una rivoluzione di massa. La vera TRASFORMAZIONE dell'umanità avviene attraverso la trasformazione di un solo individuo che realizzi la propria integrità, la totalità di se stesso".

pag. 326-7

lunedì 5 aprile 2010

Stefano E. D'Anna "La scuola degli Dei"

"L'uomo reale non appartiene ad alcuna filosopfia, ideologia o religione. Un vero sognatore non ha etichette. Non può appartenere, non può essere compreso... Egli sa che l'Antagonista arriva solo per permetterci di superare i nostri limiti... Per questo benedice ogni apparente ostacolo...ogni apparente avversità...Se un giorno passeggiando in un giardino poggerai il piede su una spina - epilogò - non dimenticare mai di ringraziare".

pag.177

mercoledì 16 settembre 2009

da "Censura" Shariar Mandanipour ed. Rizzoli

“Questa è la storia di un uomo che trovò una mappa del tesoro.
La mappa diceva : esci da una porta e vedrai un palazzo, rivolgi
La schiena al palazzo e la faccia alla Mecca, poi scocca una
Freccia. Là dove cadrà la freccia, sarà un tesoro. Così fece l’uomo
E scoccò una freccia, poi un’altra e un’altra ancora. Ma non
Trovò nessun tesoro. La notizia giunse al re. Per lui, abili arcieri scoc-
carono le loro frecce lontano e più lontano ancora, ma non trova-
rono nessun tesoro. Quando infine l’uomo si rivolse a Dio clemente
e misericordioso, capì : non doveva tendere la corda. Allora lasciò
andare la freccia e quella cadde dinanzi a lui.”


Shams Tabrizi (1248 d.C.)

sabato 5 settembre 2009

Sara Yalda "Il paese delle stelle nascoste" ed. piemme

"Ecco da dove vengo", mi dico. E d'improvviso mi appare chiara una cosa : anch'io sono venuta qui a prendere qualcuno. Una bimbetta che mi sta aspettando in cima alle scale. Una bambina della quale non sopporto più le angosce, quella bambina che devo soffocare per sconfiggere il mal di pancia; quella che ho sempre cercato d' ignorare guardando semplicemente in avanti; quella contro la quale ho studiato all'Università, ho scelto gli amici, mi sono innamorata, quella malgrado la quale ho costruito me stessa fino a oggi. Esattamente quella bambina sono venuta a ritrovare.
Non è più da sola adesso. Scenderemo le scale insieme, piano piano, stando attente a non scivolare; e anche se non arriveremo proprio a una festa, forse riusciremo a ballare lo stesso, sulle note di un ritornello qualsiasi, io e lei insieme".
pag.117

venerdì 28 agosto 2009

Possibilità

Preferisco il cinema.
Preferisco i gatti.
Preferisco le querce sul fiume Warta.
Preferisco Dickens a Dostoevskij.
Preferisco me che vuol bene alla gente
a me che ama l'umanità.
Preferisco avere sottomano ago e filo.
Preferisco il colore verde.
Preferisco non affermare
che l'intelletto ha la colpa di tutto.
Preferisco le eccezioni.
Preferisco uscire prima.
Preferisco parlare con i medici d'altro.
Preferisco le vecchie illustrazioni a tratteggio.
Preferisco il ridicolo di scrivere poesie
al ridicolo di non scriverne.
Preferisco in amore gli anniversari non tondi,
da festeggiare ogni giorno.
Preferisco i moralisti
che non mi promettono nulla.
Preferisco una bontà avveduta e una credulona.
Preferisco la terra in borghese.
Preferisco i paesi conquistati a quelli conquistatori.
Preferisco avere delle riserve.
Preferisco l'inferno del caos all'inferno dell'ordine.
Preferisco le favole dei Grimm alle prime pagine.
Preferisco le foglie senza fiori ai fiori senza foglie.
Preferisco i cani con la coda non tagliata.
Preferisco gli occhi chiari, perchè li ho scuri.
Preferisco i cassetti.
Preferisco molte cose che qui non ho menzionato
a molte pure qui non menzionate.
Preferisco gli zeri alla rinfusa
che non allineati in una cifra.
Preferisco il tempo degli insetti e quello siderale.
Preferisco toccare ferro.
Preferisco non chiedere per quanto ancora e quando.
Preferisco prendere in considerazione perfino la possibilità
che l'essere abbia una sua ragione.

Wislawa Szymborska
da "gente sul ponte" 1986

lunedì 18 maggio 2009

Rinascimento Privato

“Il mio segreto è una memoria che agisce a volte per terribilità.
Isolata, immobile, sul punto di scattare, sto al centro di correnti vorticose che girano a spirali
in questa stanza dove i miei cento orologi sgranano battiti diversi in diversi timbri.
Se alzo il capo li vedo fiammeggiare, e ad ogni tocco di fuoco corrisponde un’immagine.
Sempre sono trascinata fuori di me dalla tempesta di vivere.
Che cosa è il tempo, e perchè deve considerarsi passato?
Fino a quando viviamo esiste solo un tempo, il presente.
Una forza struggente mi prende alle viscere : costruttiva o devastatrice non mi è dato di sapere;
è senza regola, almeno apparente.”

Maria Bellonci “Rinascimento Privato” p.19

martedì 28 aprile 2009

Per Tess - For Tess - Raymond Carver - poesia

Per Tess - Raymond Carver

Giù nello Stretto le onde schiumano come dicono qui. Il mare è mosso e meno male che non sono uscito. Sono contento d'aver pescato tutto il giorno a Morse Creek, trascinando avanti e indietro un Daredevil rosso. Non ho preso niente.Neanche un morso. Ma mi sta bene così. È stato bello!Avevo con me il temperino di tuo padre e sono stato seguito per un po' da una cagnetta che i padroni chiamavano Dixie.A volte mi sentivo così felice che dovevo smetteredi pescare. A un certo punto mi sono sdraiato sulla sponda e ho chiuso gli occhi per ascoltare il rumore che faceva l'acqua e il vento che fischiava sulla cima degli alberi, lo stesso vento che soffia giù nello Stretto, eppure è diverso.Per un po' mi son concesso il lusso di immaginare che ero morto e mi stava bene anche quello, almeno per un paio di minuti, finché non me ne sono ben reso conto: Morto.Mentre me ne stavo lí sdraiato a occhi chiusi,dopo essermi immaginato come sarebbe stato se non mi fossi davvero potuto rialzare, ho pensato a te.Ho aperto gli occhi e mi sono alzato subito e son ritornato a esser contento.È che te ne sono grato, capisci. E te lo volevo dire.
For Tess (Raymond Carver)
Out on the Strait the water is whitecapping as they say here. It's rough, and I'm glad I'm not out. Glad I fished all dayon Morse Creek, casting a red Daredevil back and forth. I didn’t catch anything. No bites even, not one. But it was okay. It was fine!I carried your dad's pocket knife and was followedfor a while by a dog its owner called Dixie.At times I felt so happy I had to quit fishing. Once I lay on the bank with my eyes closed,listening to the sound the water made,and to the wind in the tops of the trees. The same windthat blows on the Strait, but a different wind, too.For a while I even let myself imagine I had died--and that was all right, at least for a couple of minutes, until it really sank in: Dead.As I was lying there with my eyes closed,just after I'd imagined what it might be likeif in fact I never got up again, I thought of you.I opened my eyes then and got right up and went back to being happy again.I'm grateful to you, you see. I wanted to tell you.